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La ballata di fine millennio - Rassegna stampa
Il cabaret delle utopie infrante Mancano poco più di mille giorni al nuovo millennio e il vecchio agonizza. Certamente questo è un dato arbitrario, fondato su un sistema di numerazione convenzionale. Ma non è un caso la necessità di pensare quanto di grande e terribile è accaduto durante questo secolo - l’affermazione e la caduta del socialismo e del fascismo, con la terribile appendice del genocidio, il trionfo della società dei consumi, la mondializzazione dell’ economia e della cultura. In genere l’arte e il teatro non osano occuparsi di questi temi, e continuano a parlare la stessa lingua inerte e indifferente, oggi come vent’anni fa. Le eccezioni, i tentativi di fare i conti con la memoria dei lutti e delle illusioni e con l’angoscia del presente, sono rarissime. Ballata di fine millennio di Moni Ovadia è una di queste rare eccezioni (al Piccolo Teatro fino a domenica). Lo spettacolo è abbastanza simile nella struttura a Oylem Goylem, il cabaret yiddish che ha procurato tanta popolarità a Moni Ovadia: canzoni e musiche intervallatate da brevi monologhi, che spesso hanno la forma di storielle umoristiche ambientate nei ghetti ebraici orientali. Senonché qui le musiche sono più varie, vanno dai songs brechtiani a tanghi, per concludere con Leonard Cohen, tutti orchestrati con un suono più acido e metallico del consueto, in cui echeggiano le esperienze klezmer. E le storielle si alternano con brani di Walter Beniamin, di Tucholski, di Karl Valentin, dello stesso Brecht. E’ anche più articolato l’apparato spettacolare: una coppia di danzatori volteggia spesso in mezzo al palco, fra pacchii di giornali, candele accese, un telone obliquo sul fondo su cui qualcuno ha scritto ‘W Brecht’. La bravissima TheaterOrchestra si muove come un attore collettivo, una sorta di coro, e Moni Ovadia è affiancato da tre ottime cantanti, Mara Cantoni, Lee Colbert, Elena Sardi. |
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La ballata di fine millennio - Rassegna stampa
Il cabaret delle utopie infrante di Ugo Volli La Repubblica - 21 febbraio 1996
Mancano poco più di mille giorni al nuovo millennio e il vecchio agonizza. Certamente questo è un dato arbitrario, fondato su un sistema di numerazione convenzionale...
Il diavolo in sinagoga di Osvaldo Guerrieri La stampa - 2 marzo 1996
Per Moni Ovadia, il più straordinario fenomeno teatrale di questi anni, essere ebreo é un'arte... |
La ballata di fine millennio - Rassegna stampa
Il diavolo in sinagoga
Il nuovo fenomeno del teatro italiano strega il pubblico parlando di ebrei... |
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La ballata di fine millennio - Frammenti di testo (…) Eh sì!
Orbene Yankele ha acquistato un dipinto che gli piace moltissimo. Lo appende nel salotto di casa sua e lo contempla con la moglie innamorata quanto lui del magnifico dipinto. “ Mamma mia Yankele che bel quadro che ce l’hai! Perché non me lo vendi? “. |